Chi Crede Nella Reincarnazione?

“Come una persona indossa abiti nuovi e lascia quelli usati, così l’anima si riveste di nuovi corpi materiali, abbandonando quelli vecchi e inutili.” (Bhagavad-gita 2:20)
La reincarnazione è la dottrina che spiega la trasmigrazione dell’anima da un corpo all’altro.
Siamo soliti pensare che appartenga solo all’Induismo ed al Buddismo, mentre invece è presente in molte culture.
Nell’antico Egitto e nell’antica Grecia la reincarnazione era accettata come dato di fatto, ed era chiamata metempsicosi.
Anche i Druidi, ritenevano la trasmigrazione dell’anima un fattore fondamentale dell’esistenza, tanto che arrivarono a prestare denaro pensando di riaverlo in una vita futura.
Tutt’ora continua ad essere parte del credo degli Aborigeni australiani, degli Indiani d’America e di alcune tribù Africane.
Tra gli ebrei classici e mistici è conosciuta come “gilgul” ed è spiegata in varie opere cabalistiche. I Drusi di origine mussulmana, consideravano normale avere memorie di vite passate.
Anche tra i primi cristiani la reincarnazione era accettata come un dato di fatto. Nel III secolo d.C., Origene, uno dei più influenti teologi del paleo cristianesimo, secondo solo a Sant’Agostino, scrisse nella sua opera Sui principi:
“A causa di una certa inclinazione verso il male di alcune anime, esse perdono le ali e prendono corpo, prima sotto forma di uomini; quindi a causa dell’associazione con la passione irrazionale, dopo il periodo assegnato con la forma umana, essi si trasformano in bestie, forma dalla quale passano poi alla forma di piante. Restano in queste diverse forme di corpi fino a quando non saranno degni di essere riportati alla loro posizione spirituale.”
Gesù credeva nella reincarnazione ? Una chiara risposta la troviamo nel Vangelo di Matteo 11:2-15 / 17:30-13 e di Marco 9:9-13 in ambedue i testi Gesù, menziona che Giovanni Battista era il profeta Elia in una vita precedente.
Nel 553 d.C., nel secondo Concilio di Costantinopoli, la Chiesa Cattolica decideva che l’anima non esisteva prima del corpo e rimuoveva il credo della reincarnazione classificandolo come eretico. In quell’occasione l’Imperatore Giustiniano proclamò il suo anatema contro Origene: “Se qualcuno dovesse proclamare che l’anima trasmigra da un corpo ad un altro che sia maledetto”. Questo pose fine ad ogni disquisizione seria sulla trasmigrazione dell’anima nella cristianità organizzata.
Questo però pose un serio quesito ai primi cristiani, sul motivo del sacramento più importante, il battesimo. Il battesimo aveva un senso se l’anima doveva essere purificata dalle azioni di vite passate (Karma), come era concepito all’origine. Quindi non si capiva perché ci si doveva battezzare, per la rimozione del peccato originale, visto che l’anima come proclamato dal II Concilio, nasceva con il corpo.
La risposta a questo dilemma giungeva due secoli dopo con Sant’ Agostino, il quale concepiva la teoria del peccato originale. Secondo questa dottrina l’anima che non esisteva prima dell’atto sessuale, diventava contaminata dall’atto sessuale stesso, quindi necessitava la purificazione attraverso il battesimo.
Con questo si affermava semplicemente che l’anima non è divina perché è nata nel peccato e che l’unica istituzione ad avere il potere di garantire l’immortalità è la Chiesa.
La dottrina della reincarnazione ci da la libertà di crescere e poter interpretare il linguaggio del divino attraverso il nostro libero arbitrio.