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Pranayama

respirare

l’Arte del Controllo del Respiro

L’aria è intessuta nell’universo.
L’alito è intessuto nell’uomo”
(Athardva Veda)

Il Pranayama è una degli otto stadi di pratica dell’Ashtanga Yoga, che Patanjali descrive negli Yoga Sutra. Si riferisce ad una serie di tecniche respiratorie per migliorare il nostro stato emotivo-vitale.

La parola Pranayama è composta da due parole sanscrite, Prana e Yama. Prana, letteralmente significa vita, Yama morte.

Quindi il Pranayama è l’arte tantrica del controllo ritmato del flusso della vita e della morte, ossia del respiro.

Si può rimanere un mese senza cibo, senz’acqua per tre giorni ma senz’aria non più di tre minuti altrimenti si passa da Prana a Yama “morte”.

Gli yogi misurano la durabilità della vita attraverso il numero di respirazioni, ritmiche, lente e profonde; perché rafforzano l’apparato respiratorio, regolano il sistema nervoso, diminuendo l’ansia e i desideri per poter liberare la mente ed arrivare alla concentrazione.

Per ironia, la parte più sottile, impalpabile della materia “l’aria”, diventa il pilastro fondamentale dell’esistenza, della vita materiale stessa.

L’aria, la percepiamo ma non la tocchiamo, non è compatta ma è dovunque, non ha tempo. La materia più è solida e più si deteriora rapidamente.

L’aria è parte dell’aurea della nostra madre Terra, l’atmosfera. Attraverso le nostre narici, l’aurea della Terra si connette alla nostra singola aurea  e quella di tutte le creature viventi. Attraverso questo elemento siamo tutti interconnessi. Ci scambiamo inconsciamente e consciamente informazioni, emozioni e sensazioni.

L’ossigenazione del nostro organismo è connesso allo stato emozionale in cui ci troviamo. Quindi il Pranayama è fondamentale, per controllare e coordinare il flusso di energia sottile e fisica nella nostra psiche e nel nostro organismo.

Una corretta respirazione, ci aiuta a modulare meglio le nostre emozioni ed ad ottenere una vita più bilanciata.

A livello fisico il pranayama, aumenta l’ossigenazione del sangue, quindi disintossica gli organi interni e rende le funzionalità cerebrali più attive.

Il compito delle tecniche di pranayama è quello di ristabilire il nostro equilibrio naturale, agendo direttamente sulla pulizia dei “nadi”, la rete di canali psichici che fanno parte dell’anatomia del corpo astrale. Questo migliora l’attività dei chakra. Le nostre emozioni si placano e si è pronti per essere consapevoli di noi stessi durante la pratica yoga. L’attenzione diviene fluida e si arriva alla meditazione con consapevolezza.

Nella pratica yoga, generalmente si respira principalmente dal naso, solo in alcuni esercizi di pranayama si utilizza la bocca. La respirazione nasale consente di assorbire la maggior quantità di prana, attraverso gli organi olfattivi stimolando così, il sistema nervoso centrale.

Vi sono tre tipi di respirazione: clavicolare (superficiale), intercostale (media) e addominale (profonda).

Quotidianamente la maggior parte di noi usa solo la respirazione clavicolare e molte volte usa la bocca invece che il naso. Questo rende il nostro sistema immunitario più debole e vulnerabili alle malattie. Nella corretta respirazione quando si espira l’addome si contrae e il diaframma si muove verso l’alto massaggiando il cuore.

Nell’ispirazione, l’addome si espande e il diaframma si muove verso il basso massaggiando gli organi addominali.

Quindi, con una respirazione corretta attraverso le pratiche di pranayama,  avremmo più quantità di ossigeno e prana che ci preparerà per la concentrazione e la meditazione durante le pratiche yoga ma che soprattutto ci aiuterà a vivere una vita migliore.

Om Tat Sat

Foto di Stefan Keller da Pixabay